Il Codice della Crisi prevede un “assetto tecnologico adeguato” per calcolare i valori di rischio nascosti nel bilancio aziendale
Adempimenti. Una parola che incute rispetto e può far tremare i polsi dell’imprenditore più corazzato. Figuriamoci quando le regole da rispettare – fiscali, contabili, lavorative, societarie – riguardano anche le aziende di dimensioni medio-piccole, che non possono impegnare risorse e personale in “compliance”.
Per questo abbiamo preparato un video esplicativo.
Adeguamente del gestionale al Codice della Crisi d’Impresa
La tecnologia, il software gestionale, lo sappiamo, sono un alleato formidabile dell’azienda e dei suoi consulenti. Purchè la sua affidabilità sia indiscutibile a fronte delle continue novità in materia di prescrizioni di natura amministrativa.
No, per una volta non si parla di GDPR e privacy. In questo 2020, per alcuni tipi di società di capitale – tutte le SpA e molte SRL – sono previsti stringenti obblighi fissati da una legge approvata l’anno scorso, il Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza. La legge fa parte di un più ampio processo di revisione della normativa italiana e europea sul fallimento e ha una matrice culturale precisa: quella del risk management, della gestione del rischio finanziario che, a partire dalla crisi delle Internet company esattamente vent’anni fa, ha caratterizzato a livello globale una forte azione dei regolatori a tutela del mercato e dei suoi protagonisti
Aziende trasparenti nell’affrontare eventuali crisi
In estrema sintesi, il nuovo Codice prevede l’applicazione di una serie di indicatori, estratti dal bilancio aziendale, che fungono da veri e propri sintomi di una situazione di crisi. Una crisi che avvicina l’azienda all’insolvenza, ossia all’impossibilità di onorare i propri creditori. Insomma, se gli indici dicono che l’azienda ha la febbre, la pressione o il colesterolo alti, i medici devono intervenire per riportare in linea i valori. Forse la legge non servirà a scongiurare del tutto il fantasma del fallimento, ma darà modo all’intero sistema di reagire con maggior prontezza a sostegno dell’imprenditore.
Un po’ come avviene con la GDPR con le violazioni da segnalare, la legge anti-insolvenza impone anche un obbligo di trasparenza: gli organi di controllo di una impresa devono rilevare e denunciare l’eventuale superamento delle soglie di rischio, attivando di conseguenza opportune “procedure di allerta” che consentano di rientrare nei valori normali.
Il problema è che questi organo di controllo non riguardano solo le SpA, ma diventano obbligatori anche per le SRL che per due esercizi hanno impiegato in media almeno 20 persone, o che registrino un attivo patrimoniale o un fatturato di 4 milioni di euro. Obiettivi questi ultimi che teoricamente possono essere raggiunti da società con meno di 20 dipendenti.
I sette parametri calcolati dal gestionale
Ancora più importante, per come è stato formulato il Codice ci dice che le aziende hanno tutto l’interesse a dotarsi di un “assetto tecnologico adeguato” come strumento pressoché inevitabile per riuscire a rilevare correttamente tutti gli indicatori richiesti. Tradotto: il sistema gestionale dev’essere in grado di calcolare ed evidenziare i sette parametri che gli esperti del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti hanno messo a punto per i prossimi tre anni. Anche questo è un dettaglio che conta: fra tre anni gli indici verranno rivisti e probabilmente aggiornati.
Alla luce di tutto questo, il vostro assetto tecnologico è adeguato? Vi bastano pochi click per calcolare il Debt Service Coverage Ratio o magari l’Indebitamento previdenziale e tributario rapportato all’attivo, confrontandolo con la soglia fissata per il vostro settore di attività?
Per alcuni, c’è un po’ di tempo in più per mettere le cose a posto rispetto alle scadenze originariamente fissate per il 20 agosto prossimo. Grazie alla proroga concessa dal legislatore alla fine dell’anno, le piccole imprese – ovvero quelle con meno di 20 dipendenti o con fatturati/attivi patrimoniali inferiori ai 4 milioni, hanno tempo fino a febbraio del 2021 per assicurare la piena compliance. Attenzione, però, perché determinati articoli del Codice sono già entrati in vigore lo scorso anno.
Tempo Zero: adeguato a restituire gli indici
I clienti NAV-lab possono già contare su un’apposita estensione all’interno della soluzione Tempo Zero Cloud per Microsoft Dynamics 365 Business Central, che prevede l’elaborazione e la restituzione dei parametri dettati dalla disciplina, e può essere integrato dalla Gestione Avanzata della Tesoreria Doc-Finance. Un’ulteriore prova dell’affidabilità dell’ambiente ERP Microsoft che le aziende NAV-lab sanno sfruttare a piena potenza. E del vantaggio legato alla possibilità di accedere a tutte le funzioni gestionali aggiornate attraverso il cloud, senza più preoccuparsi di configurazioni locali, patch e aggiornamenti normativi, piccoli o grandi che siano.
Per approfondire gli aspetti normativi pubblichiamo il video sulla Disciplia della Crisi d’Impresa, preparato dal Centro di Consulenza Aziendale di NAV-lab.
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